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I nostri Antenati sono ancora tra noi. Vivono in noi. Le loro credenze, i loro riti, le loro usanze, la loro religiosità, il loro linguaggio sopravvivono ancora oggi, dopo millenni, nelle nostre tradizioni popolari. Il Folklore della città di Salerno e dei suoi territori, con il suo carattere marinaresco che si fonde con quello tipicamente delle campagne e delle montagne, è un chiaro esempio di come il lascito ancestrale dei nostri predecessori sia ancora vivo e vitale in Italia ed in generale in tutta Europa. Le popolazioni italiche prima, i Romani poi e, successivamente il popolo germanico…mehr

Produktbeschreibung
I nostri Antenati sono ancora tra noi. Vivono in noi. Le loro credenze, i loro riti, le loro usanze, la loro religiosità, il loro linguaggio sopravvivono ancora oggi, dopo millenni, nelle nostre tradizioni popolari. Il Folklore della città di Salerno e dei suoi territori, con il suo carattere marinaresco che si fonde con quello tipicamente delle campagne e delle montagne, è un chiaro esempio di come il lascito ancestrale dei nostri predecessori sia ancora vivo e vitale in Italia ed in generale in tutta Europa. Le popolazioni italiche prima, i Romani poi e, successivamente il popolo germanico dei Longobardi, hanno plasmato il nostro modo di essere odierno: il loro tributo, sia a Salerno che in tutta la Penisola, è ancora fortemente tangibile e continua ad essere tramandato nonostante esso sia occultato da una coltre che questo libro si prefigge coraggiosamente di dipanare. Le feste dell’anno, il ciclo della vita, le superstizioni, la credenza nel malocchio, nelle fatture, negli amuleti, in esseri soprannaturali come janare (streghe), diavoli, spiriti, munacielli e mazzamurelli (gnomi e folletti) costituiscono quel “Mondo Magico” delle tradizioni popolari nel quale confluiscono e si confondono elementi precristiani e religiosità popolare. L’eredità dei nostri Antenati è ancora viva in noi: scorre nelle nostre vene. L’augurio è che questo testo possa ridestare nel lettore il nobile spirito degli antichi Italici, dei Romani e dei Longobardi che in lui ancora alberga.