L’eredità di Amos racconta una storia giocata tra presente e passato: il presente è quello di Athina Delimari, una giovane archeologa, che nel 2012 si reca nell’isola di Rodi alla ricerca dei documenti lasciati, ne è certa, dal nonno paterno, Amos, venuto poi a nascondersi a Roma, dove viene catturato con la famiglia perché ebreo proprio mentre gli Alleati stanno entrando nella capitale nel giugno del 1944, cattura a cui sfugge per un semplice caso una figlia, Miriam, che sarà la madre di Athina. La storia del passato inizia nel 1937, quando il nonno Amos, allora giovane e promettente archeologo specializzato nella traduzione di epigrafi, conduce le sue ricerche nelle isole di Rodi, Kos e Kalymnos, sottraendosi così, in un primo tempo, alle leggi razziali promulgate nel 1938; a Rodi, il giovane conosce la nipote del governatore italiano dell’isola, la bella Germana, che diventerà sua moglie, gli darà due figli, Davide e Miriam, e lo seguirà fino alla fine nel suo tragico destino. Attraverso le ricerche della giovane Athina viene messo in scena un periodo buio e difficile della storia d’Italia, con i giochi di potere e l’arrivismo di alcuni loschi individui, il declino del fascismo ma anche la generosità e l’amicizia perfino di persone che la storia indicava invece come nemiche.