Il gioco del rebus, un passatempo dietro cui, all’interno dell’opera, si gioca a trasformare mezze bugie in totali verità. Racconti di storie vissute da personaggi inconsapevoli di ruoli a loro affibbiati da autori occulti o non afferenti alla loro sfera sociale. La comunicazione come strumento non sempre capace di raccontare i fatti in modo nudo e crudo ma che, con altrettanti giochi enigmistici, li trasformano per poter essere venduti. E proprio i ragionamenti comuni, della gente comune, sono quelli che alla base sono fucina e vengono alimentati, a loro volta, dalle stesse verità distorte. Ma la realtà, forse, non è semplice da raccontare, o non la si vuole semplicemente. Tutto si trasforma in rappresentazione. Ed è con questo presupposto, che le storie cercano dei personaggi inconsapevoli perché possano recitare su un palco di una vita non scelta da loro. È sempre lo stesso personaggio che, questa volta, non volutamente riveste il proprio ruolo come in un teatro un cui un autore gli ha già scritto una parte ed è capace di cambiarla in ogni momento. Vita e finzione, realtà e teatro che non fingono ma nemmeno dicono tutto il vero, ma lasciano al lettore una propria chiave di lettura.
In uno scenario tardocinquecentesco si dipana una storia familiare divisa in tre scene che fa da sfondo al cambiamento storico avvenuto nella città di Bitonto che passò dalla sottomissione al Marchesato di Acquaviva al titolo di Universitas. Personaggi storici attori di quei tempi aleggiano attorno alla casa del nobile Diego Sylos, già capitano sotto gli aragonesi, spagnolo di Burgos e personaggio di spicco anche dopo la sua epoca. A lui e ai nobili di Bitonto di quei tempi si deve l’indipendenza e l’autonomia della città.
La storia narrata è vera nei personaggi e negli accadimenti.
Ciò che è avvenuto tra le mura di Palazzo Vulpano è frutto di una licenza poetica dell’autore.
Francesco Paolo Bonasia è nato a Bari nel 1971 e si è laureato in Ingegneria Civile al Politecnico di Bari e in Pianificazione Territoriale all’Università “Guglielmo Marconi” di Roma. Dal 1996 è Ingegnere libero professionista, attività che svolge tuttora. Dal 2017 inizia una collaborazione con la Compagnia Teatrale di Bitonto, AttoreMatto, per cui scrive alcuni testi teatrali. SSempre nel 2017 partecipa al concorso “FITA Autori” con L’Inganno della Vanità dalla cui giuria cui riceve una menzione. Nel 2022 vince, con lo stesso testo, il secondo premio per la drammaturgia al Premio internazionale San Domenichino di Marina di Massa.
In uno scenario tardocinquecentesco si dipana una storia familiare divisa in tre scene che fa da sfondo al cambiamento storico avvenuto nella città di Bitonto che passò dalla sottomissione al Marchesato di Acquaviva al titolo di Universitas. Personaggi storici attori di quei tempi aleggiano attorno alla casa del nobile Diego Sylos, già capitano sotto gli aragonesi, spagnolo di Burgos e personaggio di spicco anche dopo la sua epoca. A lui e ai nobili di Bitonto di quei tempi si deve l’indipendenza e l’autonomia della città.
La storia narrata è vera nei personaggi e negli accadimenti.
Ciò che è avvenuto tra le mura di Palazzo Vulpano è frutto di una licenza poetica dell’autore.
Francesco Paolo Bonasia è nato a Bari nel 1971 e si è laureato in Ingegneria Civile al Politecnico di Bari e in Pianificazione Territoriale all’Università “Guglielmo Marconi” di Roma. Dal 1996 è Ingegnere libero professionista, attività che svolge tuttora. Dal 2017 inizia una collaborazione con la Compagnia Teatrale di Bitonto, AttoreMatto, per cui scrive alcuni testi teatrali. SSempre nel 2017 partecipa al concorso “FITA Autori” con L’Inganno della Vanità dalla cui giuria cui riceve una menzione. Nel 2022 vince, con lo stesso testo, il secondo premio per la drammaturgia al Premio internazionale San Domenichino di Marina di Massa.