«Nel concetto comune, accettato dai più senza controllo, si suole designare col nome di anarchico colui il quale, professandosi nemico dell’attuale ordinamento economico-politico, vagheggia e, per quanto può, tende con altri al fine rivoluzionario di rovesciarlo mediante la violenza, aspirando come ideale ultimo, della sua azione rivoluzionaria, a una società nuova fondata sulla perfetta uguaglianza di tutti i suoi componenti». In questo libro Cesare Enrico Aroldi traccia, fra l’altro, elementi delle ideologie di Proudhon, Marx, Kropotkin, Stirner, Bakunin.