QUESTO LIBRO È A LAYOUT FISSO
In questo nuovo, delicato romanzo, l’autrice si confronta con un tema particolarmente ostico, comune a tutte le donne, quello della menopausa, affrontandolo con realismo e sagace ironia e mostrando una spiccata capacità nel rappresentare la psicologia femminile.
“Di una cosa sola vi era certezza, una volta imboccata la parabola discendente della vita: non potevi sapere come e quando la mannaia di un acciacco si sarebbe abbattuta sul corpo, né conoscere in anticipo gravità e conseguenza. E se le disgrazie che colpivano i giovani erano folgorazioni tanto sfortunate quanto rare, quelle che la vita aveva in serbo per loro rendevano la calata lungo il pendio simile a una gincana su un campo minato”.
Pagina dopo pagina, emergono angosce, amarezze, aspettative andate deluse, ma altresì la consapevolezza scevra da qualsiasi rassegnazione e la speranza di una donna che non vede nella resa un’opzione da vagliare.
“Se i giovani non sanno ancora che le amicizie adolescenziali non dureranno per sempre, perché ritengono in-violabile quel patto di sangue pronto invece a sciogliersi al primo raggio d’amore, i più vecchi credono di potere contare su un parco macchine amicali ormai rodato. Ed è questo l’errore più frequente, quello che i più commettono nell’epoca delle certezze fragili, giacché è la stagione in cui la vita ci sfila via dall’orticello tutto ciò che avevamo seminato con cura, privandoci della garanzia che resista fino al tempo della mietitura”.
In questo nuovo, delicato romanzo, l’autrice si confronta con un tema particolarmente ostico, comune a tutte le donne, quello della menopausa, affrontandolo con realismo e sagace ironia e mostrando una spiccata capacità nel rappresentare la psicologia femminile.
“Di una cosa sola vi era certezza, una volta imboccata la parabola discendente della vita: non potevi sapere come e quando la mannaia di un acciacco si sarebbe abbattuta sul corpo, né conoscere in anticipo gravità e conseguenza. E se le disgrazie che colpivano i giovani erano folgorazioni tanto sfortunate quanto rare, quelle che la vita aveva in serbo per loro rendevano la calata lungo il pendio simile a una gincana su un campo minato”.
Pagina dopo pagina, emergono angosce, amarezze, aspettative andate deluse, ma altresì la consapevolezza scevra da qualsiasi rassegnazione e la speranza di una donna che non vede nella resa un’opzione da vagliare.
“Se i giovani non sanno ancora che le amicizie adolescenziali non dureranno per sempre, perché ritengono in-violabile quel patto di sangue pronto invece a sciogliersi al primo raggio d’amore, i più vecchi credono di potere contare su un parco macchine amicali ormai rodato. Ed è questo l’errore più frequente, quello che i più commettono nell’epoca delle certezze fragili, giacché è la stagione in cui la vita ci sfila via dall’orticello tutto ciò che avevamo seminato con cura, privandoci della garanzia che resista fino al tempo della mietitura”.