Virginia Galilei, figlia illegittima del celebre scienziato Galileo e della veneziana Marina Gamba, nacque a Padova nel 1600. Si trasferì da Padova a Firenze nel 1611. Entrò con la sorella Livia (Suor Arcangela) - una di 13 e l'altra di 12 anni - nel Monastero di S. Matteo in Arcetri dell'Ordine delle Sorelle Povere nel 1613 assumendo il nome di Suor Maria Celeste. Morì a Arcetri, Firenze nel 1634, otto anni prima del padre.
Di Virginia rimangono 124 lettere scritte al padre e da questi gelosamente conservate (in una di esse Virginia si dice commossa che il padre conservi le sue lettere); la prima è del 1623, l'ultima del dicembre 1633, quando Galileo rientrò da Siena per scontare gli arresti domiciliari inflittigli dal Sant'Uffizio al termine del noto processo. Galileo viveva all'epoca nella Villa "Il Gioiello", a poche decine di metri dal Convento dove si trovava la figlia: venne dunque meno l'esigenza di un rapporto epistolare. Di contro, non ci è pervenuta nessuna lettera scritta da Galileo alla figlia, probabilmente perché, alla morte di lei, le lettere furono distrutte essendo pur sempre di un sospettato di eresia.
Di Virginia rimangono 124 lettere scritte al padre e da questi gelosamente conservate (in una di esse Virginia si dice commossa che il padre conservi le sue lettere); la prima è del 1623, l'ultima del dicembre 1633, quando Galileo rientrò da Siena per scontare gli arresti domiciliari inflittigli dal Sant'Uffizio al termine del noto processo. Galileo viveva all'epoca nella Villa "Il Gioiello", a poche decine di metri dal Convento dove si trovava la figlia: venne dunque meno l'esigenza di un rapporto epistolare. Di contro, non ci è pervenuta nessuna lettera scritta da Galileo alla figlia, probabilmente perché, alla morte di lei, le lettere furono distrutte essendo pur sempre di un sospettato di eresia.