«Piove! Quasi tutti andranno a letto. Ma c’è un piccolo gruppetto che aspetterà fino alle due di notte! Non si può deluderlo! Ed ecco, sulla nostra bicicletta, con l’altoparlante a pile a tracolla, di bairro in bairro, ad annunciare la nascita di Gesù, scendendo e salendo per i viottoli immersi nel buio e pieni di fango. Non si incontra anima viva per la strada. Ma quel piccolo gruppetto aspetta, crede al Natale, eppure che gioia, amici miei!! Gli angeli ridevano alle mie spalle!!» (Don Renzo Rossi, lettera del 1968) Le “lettere dal Brasile” fanno vedere uno spaccato che molti fiorentini forse si immaginavano ma non così chiaramente. Il prete che conosciamo con la sua gioia e corporeità ci racconta cose successe 35 anni fa, facendoci scoprire aspetti intimi e personali che emozionano e commuovono. Don Renzo ci scrive queste lettere intrecciando i grandi problemi del mondo insieme alla vita quotidiana dei bairros, con la consapevolezza di essere «un prete bischero trapiantato in Brasile». Se la sua intenzione era di «portare dappertutto un po’ di gioia e rompere le scatole al prossimo» ha colpito in pieno il nostro cuore.