Queste lettere sono di un giovane che fin dal contatto con la scuola prende coscienza e contesta i falsi valori su cui è fondata la società.Walter Fillak sceglie la strada più difficile: l’opposizione politica, contrapponendo all’oscurantismo la ragione.Egli fu un giovane di alta intelligenza e di indubbio valore, in lui vi era lo studioso e il rivoluzionario.Le parole scritte nelle carceri fasciste sono la scarna cronaca di giornate passate a dare la caccia alle cimici e ai pidocchi, a lottare con la fame di cibo e di libri, con le avvilenti necessità della vita carceraria: la vita di un giovane, che in una cella studiava chimica e fisica senza un pezzo di carta e una matita per annotare i suoi calcoli. Sono il grido della sua sete di conoscenza, mai abbastanza soddisfatta, a causa delle angherie del sistema. Sono la ricerca della verità che nell’ammirazione dell’universalità delle dottrine lo porta alla lettura delle diverse filosofie, di scrittori classici e contemporanei di diverse tendenze, dai metafisici ai materialisti.