Ernesto Buonaiuti fu una figura di spicco del movimento teologico modernista, diffuso in Italia e in Europa fino agli '30/40 del 1900. Per aver difeso quella che per la chiesa cattolica era un'eresia, fu scomunicato nel 1926 e sospeso dall'insegnamento della dottrina cattolica di lì a poco. Uomo di grande intelligenza e conoscenza, patì anche la persecuzione fascista rifiutandosi di giurare fedeltà al regime. In queste lettere B. ripercorre alcuni momenti decisivi della sua "persecuzione" dandoci l'opportunità di comprendere le ragioni della sua scelta così radicale e offrendoci un'occasione unica per capire il contesto culturale, sociale e politico di quegli anni. Morì a Roma nel 1946 dopo una vita intensa che lo vide combattere il fascismo e aiutare numerosi perseguitati politici. Solo nel 2014 ci fu una mobilitazione per chiedere una sua completa riabilitazione con questa motivazione: è stato un testimone della libertà e della dignità della coscienza prima che il Concilio Vaticano II ne ristabilisse il primato, e ne ha pagato tutti i prezzi che gli sono stati richiesti.
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