Nato nel 1718 da una famiglia di modeste condizioni, Saverio Bettinelli entrò nell'ordine dei gesuiti nel 1738, dopo aver studiato presso di loro a Bologna. Il Bettinelli fu presto conosciuto soprattutto per le sue doti di poligrafo, drammaturgo, polemista, critico letterario e poeta. Insegnò retorica in varie città italiane, tra cui Venezia, dove visse tra il 1748 e il 1750, frequentando i principali intellettuali dell'ambiente lagunare e partorendo le 55 ottave del poemetto Il Parnaso veneziano, poi più volte rivisto fino alla definitiva edizione del 1767. Nel 1758 intraprese un viaggio per tutta l'Italia e la Germania. Nei suoi viaggi entrò in contatto con numerosi letterati dell'epoca, tra cui Voltaire e Rousseau, con i quali intrattenne una fitta corrispondenza. Nel 1773 in occasione dello scioglimento dell'ordine dei gesuiti, si ritirò a Mantova. Negli ultimi trent'anni di vita continuò la sua attività critica e letteraria, distinguendosi per l'esaltazione di Petrarca ( Delle lodi del Petrarca, Bassano 1793) e per la nuova critica alla Divina Commedia ( Dissertazione accademica sopra Dante, 1800). In seguito all'arrivo di Napoleone, dopo averlo criticato ferocemente nell' Europa Punita, ne divenne un sostenitore, pubblicando tre canti di elogio intitolati Bonaparte in Italia. Morì novantenne nella sua città natale nel 1808.