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L'avvio di un Corso Accademico di I Livello in Musiche Tradizionali, con la particolarità degli indirizzi di strumenti tipicamente calabresi, ha posto alla base una seria riflessione sulla metodologia d'insegnamento prima ancora dei contenuti. L'impostazione e la caratterizzazione delle discipline di base risultano assolutamente indispensabili per offrire gli strumenti necessari per poter "accedere" al meglio ai contenuti delle materie caratterizzanti del percorso scelto. D'altra parte, opere e testi esistenti sono di carattere relativamente generale e non offrono particolari spunti per un…mehr

Produktbeschreibung
L'avvio di un Corso Accademico di I Livello in Musiche Tradizionali, con la particolarità degli indirizzi di strumenti tipicamente calabresi, ha posto alla base una seria riflessione sulla metodologia d'insegnamento prima ancora dei contenuti. L'impostazione e la caratterizzazione delle discipline di base risultano assolutamente indispensabili per offrire gli strumenti necessari per poter "accedere" al meglio ai contenuti delle materie caratterizzanti del percorso scelto. D'altra parte, opere e testi esistenti sono di carattere relativamente generale e non offrono particolari spunti per un lavoro specifico sulle musiche tradizionali. Vi sono comunque, ad onore del vero, scritti - anche di studiosi e musicologi calabresi - che offrono un terreno di riflessione apprezzabile su tale argomento. La problematica maggiore tuttavia, a mio parere, è un'altra: la predisposizione di una linea teorica specifica, che sottenda alla composizione del repertorio, quasi totalmente orale, molto spesso irriducibile al pentagramma e strutturato da configurazioni ritmico-musicali non convenzionali. È vero, diversi etnomusicologi si sono cimentati alla genesi di sistemi fatti di segni e convenzioni che potessero trasmutare su carta il materiale sonoro, ma è vero anche che delineare un programma organico che possa comprendere tutto questo è chiaramente molto complesso, per diversi motivi. Innanzitutto, si può tracciare un discorso musicale senza sconfinare nell'etnomusicologia? Si può, inoltre, delineare una teoria senza conoscere gli strumenti che tale teoria utilizzano? Quanto tutto questo può far parte di tale disciplina senza "invadere" i contenuti altrui e senza scadere con l'essere troppo teorico o troppo storico? O troppo poco musicologico? Ebbene, alla luce di tali riflessioni, lo studio e l'approfondimento di testi e saggi di riconosciuti e rinomanti esperti del settore, tra i quali Nattiez, Scaldaferri e soprattutto Goffredo Plastino e Danilo Gatto, citati di volta in volta, hanno aiutato a tratteggiare una linea ideale che potesse delineare il percorso concettuale di questa dispensa, nell'ottica di "porgere" nel giusto modo i contenuti scelti.