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Riprendere, dopo le discussioni teoriche degli ultimi decenni, la riflessione sui generi letterari, implica da parte della teoria un’ammissione d’impotenza. Se è vero infatti che la nozione rigida di genere, nei suoi presupposti classificati, risulta inattendibile dal punto di vista della comprensione dei processi letterari e culturali, la sussistenza di una “concezione generica preliminare” (per dirla tale, secondo la classica definizione di Hirsch) non necessita di ulteriore dimostrazione della sua esistenza, eccetto l’incidere prepotentemente nelle scelte del lettore. L’ampia selezione di…mehr

Produktbeschreibung
Riprendere, dopo le discussioni teoriche degli ultimi decenni, la riflessione sui
generi letterari, implica da parte della teoria un’ammissione d’impotenza. Se è
vero infatti che la nozione rigida di genere, nei suoi presupposti classificati, risulta
inattendibile dal punto di vista della comprensione dei processi letterari e culturali, la
sussistenza di una “concezione generica preliminare” (per dirla tale, secondo la classica
definizione di Hirsch) non necessita di ulteriore dimostrazione della sua esistenza, eccetto
l’incidere prepotentemente nelle scelte del lettore. L’ampia selezione di studi presentata
in questo volume di IF, ricostruisce a margine delle separate categorie storiche
temi e problemi a ben vedere connessi alla costituzione in Italia, tra la prima metà del
XIX secolo e la seconda metà del Novecento, di un mercato della lettura moderno e di
strategie d’autore e d’editore tendenti al coinvolgimento nella produzione letteraria del
ceto medio e dei gruppi sociali subalterni: dalla marginalità alla scolarizzazione, attraverso
istruzione, verità, evasione e piacere della lettura. Si tratta di una crescita in cui la
formula di “genere” e la sua riconoscibilità assumono un plusvalore estetico, divenendo
oggetto di imitazione, riscrittura, parodia.