Il ciclo storico che si avvia culturalmente con il Sessantotto e che si rafforza con il neo-liberismo di Reagan e Thatcher nel 1979-80 ha uno straordinario successo e fa emergere un’istanza di soggettività che penetra profondamente la società. Dietro questo ciclo storico vi sono dunque due motori culturali antitetici, spesso in conflitto sulla scena politica ma che agiscono una sorta di ‘alleanza inconscia’ nella comune concezione di libertà e nel concorrere ad alimentare l’individualismo che ha pervaso le democrazie avanzate e che sta alla base dell’attuale crisi. Paragonando il percorso libertà alle fasi della vita, l’autore afferma che la concezione che si è sviluppata in Occidente sia fondamentalmente un’idea adolescenziale: ciascuno è il centro del mondo. Da qui l’invito a proseguire la strada evolutiva verso la maturità, per approdare ad un concetto di libertà generativa, la sola capace di renderci partecipi del processo di costruzione del mondo.