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"L'illusione" di Federico de Roberto, ambientato sullo sfondo delle vicende del risorgimento meridionale, è il terzo ed ultimo del "ciclo" dedicato alla famiglia Uzeda di Francalanza, una nobile famiglia catanese discendente da antichi Viceré spagnoli della Sicilia ai tempi di Carlo V. I componenti della famiglia Uzeda sono accomunati dalla razza e dal sangue vecchio e corrotto, dovuto anche ai numerosi matrimoni tra consanguinei. Il tratto comune di questa famiglia è la spiccata avidità, la sete di potere, le meschinità e gli odi che i componenti nutrono l'uno per l'altro alimentando in…mehr

Produktbeschreibung
"L'illusione" di Federico de Roberto, ambientato sullo sfondo delle vicende del risorgimento meridionale, è il terzo ed ultimo del "ciclo" dedicato alla famiglia Uzeda di Francalanza, una nobile famiglia catanese discendente da antichi Viceré spagnoli della Sicilia ai tempi di Carlo V.
I componenti della famiglia Uzeda sono accomunati dalla razza e dal sangue vecchio e corrotto, dovuto anche ai numerosi matrimoni tra consanguinei. Il tratto comune di questa famiglia è la spiccata avidità, la sete di potere, le meschinità e gli odi che i componenti nutrono l'uno per l'altro alimentando in ciascuno una diversa patologica monomania.
Il romanzo narra le vicende di don Consalvo Uzeda, principe di Francalanza, uomo ambizioso e spregiudicato, che eletto deputato, si trasferisce a Roma dalla sua Catania, e qui, approfittando del suo nome e delle sue ricchezze, riesce poco alla volta a farsi largo nella vita politica italiana. Muovendosi abilmente in una trama sconfortante di intrighi e macchinazioni messe in atto da uomini piccoli e meschini, ognuno teso soltanto al proprio interesse, egli riuscirà alla fine a diventare ministro.

Federico de Roberto (1861 – 1927) è nato a Napoli nel 1861, si stabilì a Catania dove conobbe Verga e Capuana e si dedicò al giornalismo e alla letteratura, con un periodo trascorso a Milano, dove collaborò con il “Corriere della Sera”. L’elenco delle sue opere è molto lungo e comincia con una raccolta di saggi critici nel 1883. Nel 1887 pubblica la prima raccolta di novelle, La sorte, che risente del modello verghiano e che viene criticato per l’eccessiva crudezza veristica.
Il suo capolavoro, I Viceré, comparve nel 1894. Frustato dall’insuccesso, smise di scrivere romanzi e si dedicò alla critica e alla saggistica.