Con il metodo del romanzo, l’autore, ingannandovi con una narrazione leggera come la spensieratezza quotidiana, intende mettervi a conoscenza del maggior numero di informazioni per riconoscere un bambino vittima di violenze familiari. Lungo il percorso di una inchiesta giornalistica, Ugo Spigolotti, il relatore del romanzo, dopo alcune interviste confidenziali a testimoni esterni, accompagnerà il lettore verso una articolatissima confessione della vittima stessa ormai in età adulta, mediante la quale, ogni assurda follia acquisirà una spiegazione logica. Da tale intervista emergeranno prima, le cause fondamentali dell'inizio di un lungo percorso di violenza e poi, descrizioni meticolose di ogni tortura ricevuta dal bambino, descrizioni meticolose dei sintomi fisici e psicologici della vittima stessa nel prima, nel durante e nel dopo le tribolazioni subite. La vittima offrirà ogni spiegazione relativa al suo rapporto con sé stessa, il suo rapporto con il suo carnefice e, sopratutto, il suo rapporto con il mondo esterno, quindi le conseguenze sociali della sua esperienza. Tratto da una storia vera, questo testo vuole essere spunto di riflessione per chi sa e per chi non sa che esistono fantasmi in armadi molto vicini a noi: nostri simili che vediamo ogni giorno ma che preferiamo definire fantasmi per illuderci che non esistano. Un libro da leggere, un libro su cui meditare per accrescere la propria consapevolezza. Un libro utile a molte donne-fidanzate-mogli-madri, per liberarle dal mostro prima che sia troppo tardi. Un libro per accrescere un senso di cittadinanza solidale fondata sull'empatia piuttosto che su dogmi o demagogie.