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L’autore, dopo aver scritto i saggi “Dio, controstoria di un mito” e “Religioni, uno scandalo millenario”, affronta il tema del Cristo, elaborato dagli evangelisti, che avevano fatto impudicamente dell’Antico Testamento la sua rivelazione. Se questo libro sacro è un prodotto della fantasia umana con l’esposizione del Dio, creatore e guerriero, cui si sono adattati i vari personaggi, la narrazione di Gesù, come Suo figlio unigenito e, quindi divino, ne è una ulteriore. Comunque sono notevoli le contraddizioni che rendono incredibile l’avventura di Gesù, avvolto nella sua divinità. Le analisi…mehr

Produktbeschreibung
L’autore, dopo aver scritto i saggi “Dio, controstoria di un mito” e “Religioni, uno scandalo millenario”, affronta il tema del Cristo, elaborato dagli evangelisti, che avevano fatto impudicamente dell’Antico Testamento la sua rivelazione. Se questo libro sacro è un prodotto della fantasia umana con l’esposizione del Dio, creatore e guerriero, cui si sono adattati i vari personaggi, la narrazione di Gesù, come Suo figlio unigenito e, quindi divino, ne è una ulteriore. Comunque sono notevoli le contraddizioni che rendono incredibile l’avventura di Gesù, avvolto nella sua divinità. Le analisi svolte evidenziano la sua natura umana, mascherando l’anelito del suo regno dell’amore, senza classi, essendo biologicamente uguali gli uomini. Tuttavia un regno impossibile, per cui è stato trasferito nel cielo per le anime. All’ombra di questa credenza sono state commesse atrocità inenarrabili e guerre insensate, favorendo da una parte la crescita abnorme della ricchezza e dall’altra l’indicibile squallore della miseria, lenita soltanto dall’inesistente premio del Cielo. L’autore si è proposto di demolire questa fittizia religiosità per offrire all’uomo la visione limpida della realtà e quindi responsabilizzarlo.

Ton Milan, nato in ambiente contadino e spartano del Sud, visse sotto la cappa religiosa che anteponeva il radioso e confortante Cielo allo squallore degli ultimi strascichi del feudalesimo medioevale. In verde età gli fu diagnosticata una sordità parziale, che in realtà lo aveva colpito sin quasi dalla nascita. Escluso ed emarginato anche per la sua minorazione, si era chiuso a riccio, coltivando desideri di riscatto nella natura agreste.
A vent’anni un intervento invasivo gli azzerò tutto il mondo sonoro, scaraventandolo nel silenzio assoluto. Fra le sue gravi crisi nichiliste, non ebbe né guida e né conforto, ma solo pietà. La fede cattolica gli fu una delle poche ancore di salvezza di cui si avvalse, non avendo altro.
La sua febbrile voglia di evadere lo spinse lontano dal remoto Sud, verso una metropoli del Nord, dove giunse con la sua valigia di cartone. Visse quindi il ’68 studentesco, soggiornando poi in Messico per alcuni mesi e visitando Praga e Kiev, per vederne l’impronta del comunismo sovietico aldilà delle rispettive cornici turistiche.
Dopo varie crisi religiose e decenni di meditazioni, letture ed esperienze, è approdato a una riconsiderazione razionale delle idee di Dio e della religiosità tradizionale, fondamentalmente illusorie.
Autorenporträt
Ton Milan nacque in un ambiente contadino e spartano della Puglia, alla fine del secondo conflitto mondiale, quando si dovette lavorare alacremente, essendo il paese gravemente distrutto per i bombardamenti subiti. Vi sovrastavano ancora la mentalità del feudalesimo medioevale e la cappa religiosa che anteponeva il radioso e confortante Cielo alla vita grama, la quale da poco si disponeva con immensa gratitudine alle innovazioni della luce elettrica e all'acquedotto potabile. Fu affetto sin dall'infanzia da una sordità parziale, per cui si vide escluso ed emarginato, chiudendosi infine a riccio, dopo una fanciullezza umile con pantaloni laceri per i sarmenti che raccoglieva e gli spassi semplici, tra cui palle di pezza e monopattini con rotelline di cuscinetti sferici, condivisi con i suoi coetanei di quartiere. A vent'anni un intervento invasivo gli azzerò l'udito, scaraventandolo nel silenzio assoluto. Fra le sue gravi crisi nichiliste, non ebbe alcuna guida e conforto; solo la fede cattolica, di cui aveva appreso i rudimenti, si rivelò una delle poche ancore di salvezza di cui si avvalse, non avendo altro. La sua febbrile voglia di evadere dalla duplice prigionia (handicap e ambiente agreste) lo spinse lontano verso una metropoli del Nord, dove giunse con la sua valigia di cartone. Poté vivere il clima del '68 studentesco, nel quale maturò infine il soggiorno in Messico per alcuni mesi, durante il quale fu preso da una incipiente crisi che infine si acutizzò, sconvolgendolo per diversi anni. Per risolversi si indusse a profonde meditazioni, letture e vari incontri religiosi tra chiese e sinagoghe, ritrovando infine il proprio equilibrio intimo.