La parola “interesse” ha due principali significati; il primo è quello di vantaggio o utilità e il secondo quello di motivazione: è interesse di ciascuno essere sfamato e assistito e provvisto di “cose utili” ma è anche suo interesse conoscere cose “inutili” nell’immediato ma nuove e belle, “interessanti” e probabilmente utili in futuro. I due significati sono diversi fra loro al punto da apparire contrastanti: l’uno può essere fatto corrispondere ad una necessità obiettiva mentre l’altro sembra esprimere non la necessità ma la libertà di scelta, l’uno sembra riferirsi ad un essere sostanzialmente più fragile e più egocentrico, dominato da necessità immediate ed irrinunciabili, l’altro riferirsi invece ad un essere che sa scegliere e quindi muoversi attivamente verso la soddisfazione. In realtà si tratta di due dimensioni poste in successione nella scala dei motivi che caratterizzano l’umanità: il bisogno biologico (fame, salute fisica, protezione) rappresenta il primo livello obbligato di interesse da soddisfare per garantire l’equilibrio fisiologico e la stessa sopravvivenza ma al di la del bisogno biologico sussistono dei livelli superiori che esprimono appieno la mia umanità: il desiderio di amare e di essere amato, di conoscere, di creare e così via1. “Interesse” quindi come parola carica dei due diversi significati secondo cui è possibile descrivere l’umanità: necessità e libertà, uguaglianza e diversità, tutela e autorealizzazione.
Tratto dall'Introduzione
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