«La bellezza della natura allieta l'animo a tutti, anche a coloro che hanno perduto la speranza». Il Paese più ricco al mondo decide di confinare i criminali in un'isola dalla quale non si può ritornare. Qui gli emarginati a contatto con la natura trovano un'inaspettata felicità scoprendo valori umani ormai scomparsi nella società progredita. Storie d'amore, spirito di vita comune, avventure e nuove passioni si intrecciano. Tutto ciò disturba il Governo e l'opinione pubblica americana, forse non ancora pronti per questo cambiamento. Spetta a Fitz dimostrare – a rischio della vita – che il crimine è l'esito delle disparità sociali: la società condanna il male che essa stessa produce e il potere nasconde l'ipocrisia dell'uomo creando illusioni di giustizia. «Non difendo i criminali ma la loro condizione umana. La società non può condannare il crimine compiendo un altro crimine. Una decadenza che pare inarrestabile: forse la nostra è la vera società del non ritorno». Antonio Lavieri (1949) Ha studiato in Italia e in Inghilterra. Ha lavorato nel mondo della pubblicità, del design e dell'architettura realizzando diversi progetti in Italia e in altri Paesi europei. Ha vissuto l'intero periodo delle trasformazioni sociali e quei ricordi lo hanno stimolato a scrivere L'Isola del non ritorno nella città di Sydney, dove ora vive gran parte del suo tempo.