La morte in un incidente stradale dei genitori, facoltosi proprietari di una catena alberghiera, non cambia la vita da asceta del figlio e unico erede Giulio Consorti che continua a vivere in un'isola, di proprietà della famiglia, sita nella laguna di Venezia. Del resto lui ha sempre disdegnato il denaro considerandolo elemento corruttore del già corruttibile animo umano. È un misantropo, Giulio. Il contatto con i suoi simili viene vissuto in maniera conflittuale, dall'alto di una superiorità morale e intellettuale che lui si attribuisce con malcelata spocchia. Quando nella sua isola capita la giovane Lana, georgiana arrivata in Italia con illusorie speranze, la vita di Giulio viene sconvolta. La ragazza, a causa di sevizie subite, è in fin di vita. Nonostante Giulio non le presti cure adeguate, disturbato com'è dall'estranea presenza, Lana si salva. Il fatto che la ragazza sia stata testimone di un omicidio e chi l'ha ridotta in quelle condizioni possa volerla morta lo costringe però, per un tempo imprecisato, e in ogni caso troppo lungo per lui, a una convivenza tanto forzata quanto indesiderata.