(L’ISPETTORE PANZANA / La legge dei duecento)
Il 26 gennaio 2007, a Mezza Parte, si attendeva l'arrivo del nuovo ispettore di polizia, chiamato a sostituire l'anziano Orpello, da pochi mesi in pensione dopo una vita trascorsa a fumare incalcolabili pacchetti di Nazionali senza filtro, cercando di completare invano il Solitario della Bastiglia.
L'incontro era fissato alle ore undici presso la piazzetta del Veruno.
Nel preciso luogo, i due primi cittadini, Ignavo e Probo si recarono con mezz'ora di anticipo, mentre il sovrintendente di polizia Procrastino e il suo assistente collaboratore Stolido rimasero negli uffici del comando.
Gli abitanti, indocili per indole, accolsero la notizia con indifferenza, ma al minimo rumore di mezzo da trasporto voltavano il capo e drizzavano le orecchie.
Il nuovo ispettore tardava ad arrivare e i sindaci iniziarono a dibattere.
Ignavo, stanco di aspettare, voltò le spalle al collega e iniziò a incamminarsi verso la sua vettura.
Fece cinque passi e dal fondo della strada si udì il rombo di una moto.
Era una Guzzi Florida V65 del 1996 e a guidarla era il nuovo ispettore.
Nella suddetta data, ebbe iniziò l’avventura dell’ispettore nella terra dei duecento.
Da Roma, Sebastian Panzana, era stato trasferito, a Mezza Parte per demerito.
A comunicargli la spiacevole notizia era stato il maggiore Falco:
«Ispettore Panzana, le devo dare una spiacevole notizia! Ha svolto il suo lavoro con grande superficialità… è sempre arrivato a un passo dalla verità, ma per la poca professionalità non ha mai raggiunto un obiettivo, non ha mai risolto un caso. Per tali ragioni abbiamo deciso di trasferirla in un luogo sperduto, popolato da duecento anime, dove avrà modo di rifarsi… Panzana, prepari le valigie per Mezza Parte.»
Nei primi mesi, Panzana, iperattivo per natura, dovette modificare il suo modus vivendi per adeguarsi ai ritmi placidi del posto.
Ben presto, si rese conto di trovarsi in una cittadina, apparentemente tranquilla, dove il silenzio non era segno di pace ma un velo che attutiva il fragore della omertà.
In questa singolare realtà, ebbe l’opportunità di dimostrare tutto il suo valore.
Si trovò ad affrontare tre casi di grande importanza:
- L’omicidio di un ragazzo ( I episodio - Duecento meno uno)
- Il sequestro di cento immigrati ( II episodio – Duecento più cento)
- L’avvertimento con ordigno esplosivo ( III episodio – L’inganno dei duecento)
In tutte e tre le situazioni, riuscì a individuare e ad arrestare il colpevole.
Ma lungo la strada che conduce alla verità, commise un grave errore…
Il 26 gennaio 2007, a Mezza Parte, si attendeva l'arrivo del nuovo ispettore di polizia, chiamato a sostituire l'anziano Orpello, da pochi mesi in pensione dopo una vita trascorsa a fumare incalcolabili pacchetti di Nazionali senza filtro, cercando di completare invano il Solitario della Bastiglia.
L'incontro era fissato alle ore undici presso la piazzetta del Veruno.
Nel preciso luogo, i due primi cittadini, Ignavo e Probo si recarono con mezz'ora di anticipo, mentre il sovrintendente di polizia Procrastino e il suo assistente collaboratore Stolido rimasero negli uffici del comando.
Gli abitanti, indocili per indole, accolsero la notizia con indifferenza, ma al minimo rumore di mezzo da trasporto voltavano il capo e drizzavano le orecchie.
Il nuovo ispettore tardava ad arrivare e i sindaci iniziarono a dibattere.
Ignavo, stanco di aspettare, voltò le spalle al collega e iniziò a incamminarsi verso la sua vettura.
Fece cinque passi e dal fondo della strada si udì il rombo di una moto.
Era una Guzzi Florida V65 del 1996 e a guidarla era il nuovo ispettore.
Nella suddetta data, ebbe iniziò l’avventura dell’ispettore nella terra dei duecento.
Da Roma, Sebastian Panzana, era stato trasferito, a Mezza Parte per demerito.
A comunicargli la spiacevole notizia era stato il maggiore Falco:
«Ispettore Panzana, le devo dare una spiacevole notizia! Ha svolto il suo lavoro con grande superficialità… è sempre arrivato a un passo dalla verità, ma per la poca professionalità non ha mai raggiunto un obiettivo, non ha mai risolto un caso. Per tali ragioni abbiamo deciso di trasferirla in un luogo sperduto, popolato da duecento anime, dove avrà modo di rifarsi… Panzana, prepari le valigie per Mezza Parte.»
Nei primi mesi, Panzana, iperattivo per natura, dovette modificare il suo modus vivendi per adeguarsi ai ritmi placidi del posto.
Ben presto, si rese conto di trovarsi in una cittadina, apparentemente tranquilla, dove il silenzio non era segno di pace ma un velo che attutiva il fragore della omertà.
In questa singolare realtà, ebbe l’opportunità di dimostrare tutto il suo valore.
Si trovò ad affrontare tre casi di grande importanza:
- L’omicidio di un ragazzo ( I episodio - Duecento meno uno)
- Il sequestro di cento immigrati ( II episodio – Duecento più cento)
- L’avvertimento con ordigno esplosivo ( III episodio – L’inganno dei duecento)
In tutte e tre le situazioni, riuscì a individuare e ad arrestare il colpevole.
Ma lungo la strada che conduce alla verità, commise un grave errore…