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Una delle espressioni che ormai da lungo tempo circola speditamente fra politici, intellettuali e studiosi di vari orientamenti disciplinari è sicuramente quella di società della conoscenza. Dal concetto di educazione permanente lanciato dall’UNESCO negli anni settanta fino alla recente Strategia “Europa 2020” si è diffusa e stabilizzata un’idea di progresso che trova la sua ragion d’essere proprio nella “conoscenza”, come fattore in grado di garantire benessere diffuso, assicurare lo sviluppo dell’individuo, della società e dell’economia. Dal punto di vista dell’analisi del mutamento sociale…mehr

Produktbeschreibung
Una delle espressioni che ormai da lungo tempo circola speditamente fra politici, intellettuali e studiosi di vari orientamenti disciplinari è sicuramente quella di società della conoscenza. Dal concetto di educazione permanente lanciato dall’UNESCO negli anni settanta fino alla recente Strategia “Europa 2020” si è diffusa e stabilizzata un’idea di progresso che trova la sua ragion d’essere proprio nella “conoscenza”, come fattore in grado di garantire benessere diffuso, assicurare lo sviluppo dell’individuo, della società e dell’economia. Dal punto di vista dell’analisi del mutamento sociale alcuni studiosi presentano un cambio di paradigma, una transizione dal materiale all’immateriale, dall’hardware al software, dai mercati alle reti. In base a queste trasformazioni l’esigenza di una Knowledge Society appare del tutto manifesta e segna un passaggio epocale rispetto al tempo passato. Che i percorsi avviati a livello nazionale diano anche delle risposte convincenti, anzi generalmente persuasive, in termini di inclusione sociale, dilatazione della base culturale, soddisfazione nel lavoro e nelle professioni è un argomento del tutto diverso e non privo di controverse evenienze. Il testo propone un’analisi dello stato di avanzamento del percorso italiano verso la società della conoscenza e avvia una riflessione sull’effettiva volontà istituzionale di sostenere il processo.