Sono un essere imperfetto. Sono nato imperfetto. Morirò imperfetto. Lo so. Forse un po’ meno imperfetto, ma pur sempre imperfetto. Però, lo ammetto, ho tentato di essere felice. Tentare di essere felice è il più bel mestiere del mondo. Ognuno può provarci come crede, come è sua indole, come è suo talento. Non gradisco le figure dei ‘guru’, dei ‘santoni’, dei venditori di felicità, degli ambulanti del successo, quelli che per qualche centinaio di euro ti vendono pozioni miracolose, quelli che pretendono di detenere la sapienza, le leggi del mondo. Ho compreso che la felicità è un’attitudine, non una condizione; non la si compra, non la si materializza, non ha bisogno di illuminazioni. Le condizioni che poniamo in essere o che affrontiamo, servono a sostenere o affievolire la nostra attitudine. Le attitudini si possono rafforzare, sviluppare ed io ho conosciuto, strada facendo, il percorso a me più congeniale da seguire. Ognuno ha il suo. Ho diffidato e continuerò a diffidare del “si fa così”.