Lo scrigno dei ricordi era un cofanetto rettangolare di colore rosso porpora, il colore preferito da mio padre. Sulle pareti aveva una decorazione floreale color oro. Sul coperchio era dipinta l’immagine di due bambini vestiti alla moda del primo Novecento: lui con una casacca alla marinara, lei con un vestito rosso e bianco tutto fiocchi e merletti. I due fanciulli sorridevano abbracciati. Per me fu come vedere il suo ritratto da bambino insieme a qualche fidanzatina dei tempi andati. All'interno lo scrigno, rivestito di morbido velluto, conteneva alcuni miei ricordi, che mio padre aveva raccolto con cura, senza dirmelo, fino ai suoi ultimi anni. Attraverso gli oggetti, le lettere, le note ritrovati fortuitamente in questa capsula del tempo, l’autrice riscopre da una parte i momenti più significativi della sua vita, dei suoi affetti, delle sue vicende personali e familiari viste dal punto di vista di un padre affettuoso quanto riservato. Dall'altra, nello scrigno l’autrice trova gli elementi per un ritratto inatteso ed inedito di lui e della sua vita segreta. Sullo sfondo Siena, Firenze e la campagna toscana. Laura Perrini è nata a Roma. Si è laureata in Archeologia Preistorica presso l’Università di Sassari. Per diversi anni ha lavorato con il Museo Archeologico di Camaiore e collaborato con la Sezione di Preistoria dell’Università di Siena. Ha partecipato a campagne di scavo preistorico in Toscana, Puglia e Valle d’Aosta. Ha pubblicato diversi studi su reperti archeologici del Paleolitico e del Meseolitico. Vive a Siena con le figlie. Questo è il suo primo romanzo.