Con la sua fantasia inesauribile, Aristofane è senza dubbio uno dei veri inventori del teatro europeo. Ma proprio la fantasia esplosiva di Aristofane ha impedito per molto tempo alla critica di considerare la sua produzione alla stregua di quella di autori ritenuti più seri e drammaturgicamente inquadrati. Questo studio si propone di offrire una nuova prospettiva sulla tecnica teatrale di Aristofane, a partire da un’indagine della gestione dello spazio scenico nelle sue commedie: non tanto una ricostruzione della messa in scena, ma un’interpretazione in chiave semiotica della creazione, diegetica e mimetica, dello spazio in cui si muove l’azione teatrale. Tramite una prospettiva aperta e comparata, il libro offre una nuova lettura di tutte le commedie superstiti, e una riconsiderazione complessiva e radicale del teatro di Aristofane: un teatro fondato interamente sullo scontro fra identità e poteri contrapposti, innescato dalla miccia formidabile dell’eroismo comico, capace di stravolgere, inventare e dominare.