Studiare la ricezione delle repressioni politiche sovietiche come memoria europea significa scoprire le basi su cui poggia oggi questa memoria, così incerta e traballante, nonché comprendere da quali versanti si può muovere per recuperare a questa memoria il posto che le spetta all’interno della coscienza memoriale europea e, in ultima analisi, del sentire collettivo. Questo libro intende aprire una nuova prospettiva di indagine sul più longevo totalitarismo europeo. Si tratta di una prospettiva problematica e multidisciplinare, fondata su un assetto metodologico innovativo che ha al suo centro la ricerca e la ricomposizione della “traccia” della ricezione del Gulag nell’Occidente europeo. Si intende, così, aprire una riflessione che promuove la conoscenza di una memoria, quella del Gulag, come memoria identitaria europea; una memoria che stia al fianco di altre memorie del male, ufficializzate e certificate da istituzioni e tribunali internazionali, come la Shoah o il genocidio degli armeni