Questo racconto, pubblicato postumo, esplora il campo della fantascienza. Il protagonista è infatti un medico impegnato nella ricerca e applicazione di terapie per il ringiovanimento. Una nuova forma, dunque, per sconfiggere la senilità e forse la morte. Un testo, questo, che ci fa comprendere ancora di più come il genere fantascientifico non sia da considerarsi, anche in Italia, come "minore" e che anzi abbia avuto una genesi precedente agli anni Cinquanta, periodo al quale solitamente lo si associa. Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz, nasce a Trieste il 19 dicembre 1861. Con romanzi come Una vita (1892), Senilità (1898) e La coscienza di Zeno (1923), acquista una fama che tuttora accompagna il suo nome. Partendo da posizioni veriste e naturaliste egli ha il merito di introdurre, influenzato dalle nascenti teorie relativistiche e freudiane, per primo in Italia il romanzo psicologico. Temi quali la malattia, la scrittura come mezzo di salvezza e l'inettitudine dell'uomo contemporaneo connotano la sua poetica e lo rendono un autore atipico nel panorama letterario italiano e perciò ancora oggi degno di attenzione e studio. Muore a Motta di Livenza il 13 settembre 1928.
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