'Lo stato sociale nel pensiero politico contemporaneo: il Novecento'. L'idea di stato sociale, vale a dire di uno stato che si interessa concretamente del destino economico dei cittadini, si impone progressivamente nella riflessione occidentale del Novecento. Contro la tradizione di pensiero che interpretava politica ed economia come sfere distinte e autonome, varie culture politiche spingono verso il riconoscimento dei diritti sociali e dei doveri dello stato a intervenire per proteggere gli strati deboli della popolazione. Prima fra tutte è la cultura socialdemocratica, seguita da un liberalismo che si fa sempre più "sociale" dal pensiero cristiano, fino al fenomeno dello "stato sociale totalitario", che vede anche gli stati totalitari elaborare politiche atte a inserire il proletariato nell'ordine nazionale.Il libro si inserisce in un'opera complessiva che intende evidenziare la presenza del tema dello stato sociale nel pensiero politico contemporaneo. Dopo il volume dedicato all'Ottocento (FUP 2007), questo si occupa del periodo che va dall'inizio del Novecento alla formulazione di uno dei più compiuti e organici progetti di stato sociale, quello elaborato da Beveridge in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale.Claudio De Boni insegna Storia delle dottrine politiche e Storia del pensiero politico presso la Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze. La sua attività di ricerca si svolge soprattutto attorno alla storia del pensiero utopico, all'elaborazione di idee politiche presente nel positivismo, in particolare francese, e appunto alla nascita e allo sviluppo dell'idea di stato sociale. Su quest'ultimo ambito ha pubblicato, prima di quest'opera, tra le altre 'Alla ricerca dello stato sociale. Politica ed economia nel pensiero francese della prima metà dell'Ottocento' (1999).