Santa Rosa di California, estate 1942. Alfred Hitchcock gira L’ombra del dubbio, tappa cruciale del suo percorso di avvicinamento al cuore della menzogna. Oltre mezzo secolo dopo, Mauro Marchesini, da sempre ammiratore del regista britannico, decide di dedicare un libro a quel film, ricorrendo a un approccio fortemente compromesso con la finzione. Nascono così queste «trame per Alfred Hitchcock». Cinque racconti speculari che rifiutano il tradizionale territorio dell’analisi scientifica per avventurarsi in quello, più rischioso e allusivo, della narrativa. Un’opera di confine che intreccia particolari veri e finti retroscena, slanci romanzeschi e digressioni saggistiche. Ma anche un’occasione per allestire un campionario di varia umanità afflitta dalla sindrome del commento. Giornalisti con la vocazione della spia, critici dall’identità perturbata, attori che si interrogano morbosamente sul ruolo delle mani, aspiranti sceneggiatrici vittime di manie compilatorie. Sullo sfondo, a cucire la madre di tutte le trame, ancora lui, l’incognita A.H.