Che fine ha fatto il Signor Mario Delos, impiegato modello del Ministero della Sicurezza Nazionale? Ufficialmente i documenti mostrano la dicitura "trasferito", ma dove sia in questo momento nessuno lo sa. Un fatto inspiegabile, alla luce dei meriti e delle benemerenze che il Signor Delos aveva cominciato a cumulare in quei mesi di incessante e indefesso lavoro: era riuscito ad abituarsi al rumore della pallina da pingpong che rimbalza sul tavolo di una stanza proprio vicina alla sua, a un impiegato nostalgico del ventennio, che se non avesse mimato i discorsi del duce, amplificati a tutto volume, almeno due volte a settimana, sarebbe stato colto da feroci crisi di astinenza. Non prestava la minima attenzione a tutti i disturbatori che passavano nei corridoio del ministero, distogliendo gli impiegati dal loro sacrosanto dovere, come i Testimoni di Geova, la Lega degli atei e gli seguaci del club dei pervertiti o un cieco in cerca di un misterioso uomo cinese. Non perdeva tempo nella Sala delle Maschere, come facevano molti suoi colleghi, per assistere alla corsa delle lumache, né giocava d'azzardo col baro del ministero. Tutto questo in vista di una unica meta: ottenere il titolo di "Granduca di Montefeltro" dall'apposito ufficio del ministero che attribuisce i titoli nobiliari (in cui due volte a settimana passava per informarsi sull'avanzamento della sua domanda) e, successivamente, chiedere la mano della sua collega Carmen Elettra. L'ultima volta, poche ore dopo aver assistito per la prima volta a una cerimonia di investitura, fu visto passare nei corridoi affiancato da due personaggi loschi (probabilmente due poliziotti in borghese oppure due angeli travestiti da sbirri). Quando le porte dell'ascensore si chiusero dietro di lui, di Mario Delos si perse per sempre ogni traccia.