Cosa succede all'acqua di una pentola quando la mettiamo sul fuoco? Non si mette forse a bollire? E cosa succede quando vi “buttiamo” gli spaghetti? L'acqua non comincia a spumeggiare? E la spuma non solleva il coperchio se non abbiamo l'accortezza di lasciare qualche spiraglio per far fuoriuscire il vapore? Ecco, in chiave culinaria, come si sviluppa un terremoto in superficie! Per spiegare il fenomeno, in questa Terza Parte della tetralogia si ricorre a un parallelismo tra ciò che avviene nelle viscere della terra e la cottura di certi alimenti. Infatti, se al posto della pasta ci mettessimo dell'argilla, di schiuma ne verrebbe fuori così tanta da indurci ad interrompere l'esperimento! Perché l'argilla? Perché è proprio tale tipo di materiale che l'acqua piovana incontra, nelle sue varie forme e tipologie (marne, scisti, peliti, argille scagliose, argille bituminose, argille azzurre, ecc.), quando s'infila nei meandri del sottosuolo dopo un lungo periodo di siccità! Essendo materiali che a contatto con l'acqua si sciolgono facilmente, ecco che si hanno le condizioni ottimali perché i terremoti non solo scoppino, ma proseguano sino a quando l'acqua non si sarà esaurita o avrà finito di bollire dentro quelle “pentole” (le sinclinali) che l'Autore chiama “Geo-Pot”! In tal modo trovano una spiegazione logica anche le cosiddette repliche, le sequenze sismiche, gli sciami sismici, ecc...