La luce è sempre stata quell'essenza rappresentativa della vita, quando c'è luce c'è benessere, quando si "esce dal tunnel"si segue la luce, e la luce porta speranza. In questo racconto la luce è vissuta dal personaggio principale come semplice rappresentazione olografica di un processo fisico, privo di tutta la poetica che nel tempo l'essere umano le ha associato. Per come è fatto l'uomo è stato facile per la luce creare un terreno fertile in noi su cui coltivare e crescere la propria ben accettazione, per natura la luce ci emoziona, ci riempie il cuore, proprio perché siamo fatti così. In questo racconto la luce perde tutto il suo calore umano e conduce il protagonista a dubitare della sua effettiva bontà tra stati di coscienza ed incoscienza portandolo lentamente in un limbo di crisi, solo l'intervento di una voce eliminerà il suo tormento.