Dallo smisurato serbatoio di ricerche e di riflessioni costituito dalla sua opera, fondamentale per una conoscenza consapevole del nostro Novecento letterario, trae origine questo volume, che raccoglie tre saggi su Campana (Il d’Annunzio di Campana; la Genova di Campana; Campana: la matrona e l’ancella) e quattro su Saba (La fanciulla egoista e il “vecchio”; La donna come “animale”; Giovannino e Berto: Pascoli e Saba; Ulisse ed Entello: Saba). Al termine della lettura il lettore, oltre ovviamente a conseguire l’approfondimento degli autori trattati, scopre l’emozione di trovarsi nel mezzo di un complesso, articolato e seducente paesaggio letterario fitto di rimandi, richiami, corrispondenze. Forse è appunto questa la principale ragione della validità, dell’attualità e della piacevolezza dei saggi letterari di Giorgio Bàrberi Squarotti: la sua capacità di disegnare una vasta mappa nella quale i diversi punti, anche se apparentemente lontani, sono in realtà, più o meno sottilmente, tutti tra loro in contatto sì da costruire una trama avvincente (e per nulla segnata dalla saccenza accademica) che rende conto di quanto l’arte e, dunque, anche la letteratura, sia un continuo lavorìo di dare e avere, di letture e modelli metabolizzati e fatti propri e anche, perché no, di allievi che superano i maestri così come di maestri che restano comunque inarrivabili. E in questo avvincente percorso, segnato quasi a ogni passo dal piacere della scoperta, Giorgio Bàrberi Squarotti conduce il lettore con mano sicura e accorta.