Scritto nel 1829, questo è uno dei libri più particolari e toccanti di Hugo. E' la storia di un prigioniero del carcere francese di Bicetre, che in prima persona racconta le sue ultime settimane di vita, essendo destinato al patibolo. Tra le opere più intense del grande drammaturgo, leggerete le memorie di un prigioniero che, molto prima della morte, viene in realtà condannato e torturato dall'attesa di un evento ineluttabile. Voluto dall'autore come un documento di denuncia contro la pena capitale, i temi fondanti sono quelli dell'angoscia, della paura, dell'impotenza di un condannato a morte, criticando aspramente la diffusa pratica di morte nella Francia della prima parte dell'Ottocento. Non citando un caso specifico, e lasciando volutamente ignoto il nome del condannato e il fatto che ha portato alla sua condanna, diviene così un'opera universale su temi assolutamente attuali ancora oggi, come il diritto alla preservazione della propria vita, l'utilità della pena capitale, le falle di un sistema giudiziario nel quale non sempre chi giudica è migliore di chi è giudicato. Numerosi spunti di riflessione che si uniscono alla solita perizia con la quale Hugo tratteggia le idee della società francese del Diciannovesimo Secolo, per un romanzo che raggiunge picchi emotivi elevatissimi.. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.