Le lettere di Arthur Rimbaud disegnano la mappa dei viaggi dell’ultimo decennio di vita del poeta nelle inospitali terre d’Arabia e d’Africa bagnate dal Mar Rosso, raccontano la sua vera “stagione all’inferno”. Lasciata la Francia per una promettente attività commerciale per quanto esposta ai fallimenti, questo “negoziante” (così Rimbaud diceva di sé), che misteriosamente aveva scelto il silenzio dopo una dissoluta giovinezza marcata da una folgorante produzione poetica, andrà incontro a uno straziante destino. Sfuggito ai pericoli che sempre minacciarono gli europei inoltratisi in territori spesso ignoti e ostili, l’infaticabile camminatore che fu Rimbaud sarà colpito da una grave malattia a una gamba. Tornato in Francia, a nulla valse l’amputazione dell’arto. Il dolore che nessun medicinale riuscì a lenire ci mostra un Rimbaud che fa dimenticare l’arrogante giovane poeta delle notti parigine. Gli scritti della sorella Isabelle sono l’accorata testimonianza dell’ultimo viaggio di questo enigmatico personaggio. L’immagine dell’avventuriero è frantumata dalle lettere di Arthur e dal racconto della sorella. Per ricostruire il volto autentico di un uomo che proprio con la disperazione dei suoi ultimi giorni mostra i limiti umani del suo mito. Anche per questo la vita di Rimbaud non cesserà di affascinarci.