Dalla prefazione di GIULIO FERRARI:
“Definisco spesso la Via Vandelli come la madre di tutte le strade moderne. Questo perché all’inizio del Settecento, quando il duca di Modena Francesco III d’Este concepisce l’idea di una strada lastricata che colleghi la capitale del suo ducato con Massa e il mar Tirreno, era dall’epoca delle strade romane che non si realizzava un’infrastruttura tanto grandiosa quanto visionaria. Per realizzare questo progetto, il duca si affida al suo miglior ingegnere, nonché cartografo e professore di matematica all’università, l’abate Domenico Vandelli, di Levizzano Rangone.
La storia darà ragione a questa audace opera dell’Illuminismo: dopo la Via Vandelli tante altre strade transapenniniche, che collegano grandi città e diversi regni, verranno costruite. Lo sviluppo di questa innovativa rete viaria nel Settecento, di strade lastricate atte al passaggio di carri e carrozze e non più solo di viandanti, pastori e muli, contribuirà fortemente alla rinascita commerciale e culturale di molti territori, alla nascita e alla crescita di molti paesi e all’intenso scambio di merci e persone, non solo nel territorio italiano ma anche con le emergenti potenze europee.
La Via Vandelli, precorritrice e paradigma per tutte queste strade, viene ben presto superata e altre direttrici le vengono preferite, come ad esempio la via Giardini-Ximenes. La Vandelli smette di essere percorsa dai grandi traffici ma rimane la strada preferita dalle genti di montagna, sia per i piccoli viaggi, sia per i grandi spostamenti tra la riviera tirrenica e la Garfagnana, fino alla pianura padana: uomini e donne cariche di sale e poi di farine di castagne, di frumento e cereali la percorreranno fino al dopoguerra.
Oggi la Via Vandelli ritrova una nuova vita come cammino escursionistico su cui tanti viandanti si avventurano per riscoprire i panorami del Frignano e delle Apuane, per gustare le specialità della montagna e della Garfagnana, per immergersi in un viaggio attraverso territori che serbano meraviglie naturali e culturali tutte da esplorare. Ma è un viaggio che rimette i viandanti anche in comunicazione col proprio intimo, che fa riverberare corde profonde e poetiche, come nel caso di queste composizioni di Giorgio Mattei”
“Definisco spesso la Via Vandelli come la madre di tutte le strade moderne. Questo perché all’inizio del Settecento, quando il duca di Modena Francesco III d’Este concepisce l’idea di una strada lastricata che colleghi la capitale del suo ducato con Massa e il mar Tirreno, era dall’epoca delle strade romane che non si realizzava un’infrastruttura tanto grandiosa quanto visionaria. Per realizzare questo progetto, il duca si affida al suo miglior ingegnere, nonché cartografo e professore di matematica all’università, l’abate Domenico Vandelli, di Levizzano Rangone.
La storia darà ragione a questa audace opera dell’Illuminismo: dopo la Via Vandelli tante altre strade transapenniniche, che collegano grandi città e diversi regni, verranno costruite. Lo sviluppo di questa innovativa rete viaria nel Settecento, di strade lastricate atte al passaggio di carri e carrozze e non più solo di viandanti, pastori e muli, contribuirà fortemente alla rinascita commerciale e culturale di molti territori, alla nascita e alla crescita di molti paesi e all’intenso scambio di merci e persone, non solo nel territorio italiano ma anche con le emergenti potenze europee.
La Via Vandelli, precorritrice e paradigma per tutte queste strade, viene ben presto superata e altre direttrici le vengono preferite, come ad esempio la via Giardini-Ximenes. La Vandelli smette di essere percorsa dai grandi traffici ma rimane la strada preferita dalle genti di montagna, sia per i piccoli viaggi, sia per i grandi spostamenti tra la riviera tirrenica e la Garfagnana, fino alla pianura padana: uomini e donne cariche di sale e poi di farine di castagne, di frumento e cereali la percorreranno fino al dopoguerra.
Oggi la Via Vandelli ritrova una nuova vita come cammino escursionistico su cui tanti viandanti si avventurano per riscoprire i panorami del Frignano e delle Apuane, per gustare le specialità della montagna e della Garfagnana, per immergersi in un viaggio attraverso territori che serbano meraviglie naturali e culturali tutte da esplorare. Ma è un viaggio che rimette i viandanti anche in comunicazione col proprio intimo, che fa riverberare corde profonde e poetiche, come nel caso di queste composizioni di Giorgio Mattei”