Quale modo più affettuoso di ricordare la propria famiglia che rievocare la storia degli avi e della terra in cui nacquero e in cui oggi sono sepolti? Come contadini sono nati, figli di generazioni di contadini che da secoli hanno vissuto ed affrontato la vita fatta certo di molte fatiche, dolori e privazioni, ma, sperabilmente, con la giusta dose anche di momenti di gioia e serenità a cui tutti aspiriamo. Vite umili e dignitose, anonime e semplici, che scorrono nel corso dei secoli, sfiorate inesorabilmente dai grandi avvenimenti della storia. Il primo della mia famiglia di cui è documentata la partecipazione ad un evento storico rilevante fu un mio prozio, il caporale Michele Merlo. Lui partecipò da combattente alla mitica Breccia di Porta Pia e tornò a casa con una medaglia. Un altro mio zio, purtroppo, il soldato Bricola Marziano Silvio dal fronte russo non tornò. Morì nell'ospedale-prigione n. 2851 ad Ustà, in Russia come dice la comunicazione ufficiale del Ministero, il 22 marzo 1943. Aveva 21 anni. Ad Ustà non c'è nessun monumento, nessun cippo commemorativo dei nostri morti. A tutti loro è dedicato questo libro.