Pubblicato nella primavera del 1869, questo romanzo di Hugo fu scritto durante l'esilio che lo scrittore subì a causa delle sue idee politiche. La storia di un bambino abbandonato sulla costa inglese, che crescendo è vittima di una deformazione del viso che costringe il suo volto a una smorfia simile a quella di una perenne risata, è lo spunto che l'autore coglie per approfondire una realistica resa dei costumi inglesi e di alcuni elementi distintivi della cultura anglosassone: il parassitismo della nobilità, le condizioni di estrema miseria delle classi più abiette, il lacerante contrasto tra nobili e sudditi. 'L'uomo che ride' è una penetrante metafora dell'individuo che, senza poter scegliere, è costretto a mostrarsi felice all'esterno mentre soffre terribilmente al proprio interno, a causa di una società che ne deforma l'intelligenza e ne umilia la ragione.