“La pastorella scalza”, terza parte di “Lupi e Agnelli”, racconta di Lori – è lei La pastorella scalza, - che conoscerà nella sua vita soprattutto la rinuncia. Da bambina, la scuola elementare voluta dalla Legge, fu quella di babbo Baingiu, della Legge di babbo Baingiu, che consentiva di andare a scuola solo fino alla terza elementare. Quella Legge imponeva ai figli tutti, e alla “pastorella”, di seguirlo in campagna, a lavorare la campagna, con la sorella, con la madre, perché “bastava” per quella Legge, che si imparasse a fare la propria firma. Per la “pastorella” fin dall'età di cinque anni c'era un altro obbligo di “legge”, andare tutte le sere a portare la cena ai fratelli che badavano al bestiame in montagna. Per la “legge di Baingiu” dai banchi di scuola non si estraeva la “roba da mangiare” che solo il lavoro in campagna ed in montagna poteva garantire. Portare la cena ai fratelli voleva dire percorrere tutte le sere, d'inverno al buio, con freddo e neve, d'estate con spine e sassi, un lungo tratturo di montagna, sconnesso, pietroso, polveroso, faticoso, pauroso e … senza scarpe. Racconta questo “La pastorella scalza”, ed altre cose che ne hanno scritto la “storia”, fino al momento della partenza per il “continente”.