Il poema di Vito Labita gioca con le parole in modo creativo e surreale, creando un gioco di significati e assonanze che invita alla riflessione e al sorriso. Ogni verso sfida l'aspettativa, associando oggetti e concetti in modi inusuali. L'uso di immagini quotidiane, come la pasta o il tavolo, viene trasformato in una riflessione ludica e poetica, dimostrando come la lingua possa essere un terreno di esplorazione infinita. La struttura ripetitiva e il tono leggero rendono il testo accessibile e divertente, mentre la scelta di espressioni apparentemente banali invita a guardare oltre l'apparenza. In questo modo, Labita riesce a trasmettere un senso di meraviglia e a sottolineare l'assurdità di alcune associazioni comuni.
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