Che siano tigelle o crescentine, testi o testaroli, spianate o gnocchi, gnocco fritto o torta fritta l'importante è mangiare... e bene! La diatriba sui "nomi", sui termini corretti da usare è di solito terreno di confronto di chi non ama eccessivamente la tavola... perché a tavola ci si capisce sempre. Ecco allora una guida "dissacrante" ai pani poveri dell'Emilia-Romagna dove metodi e strumenti di cottura e prodotti spesso hanno lo stesso nome e dove le ricette rispecchiano l'animo di chi le realizza. Un pratico vademecum su come realizzare i "pani dei poveri" oggi ormai assunti al rango di street food se non addirittura di prodotto tipico IGP. Quando non c'era il gas... sarebbe potuto essere un titolo alternativo per questo libro, infatti scopriremo insieme che la differente distribuzione tra bassa e media pianura, collina e montagna di queste eccellenze gastronomiche sia strettamente legata ai sistemi di cottura a disposizione delle popolazioni nei diversi momenti dell'anno. Un libro racconto che intreccia riferimenti storico-antropologici, con ricette e aneddoti più o meno fantasiosi. I riti e i segni propiziatori sono un altro elemento che accomuna gran parte delle ricette riportate. Diventiamo allora tutti stregoni dominando il fuoco per realizzare con estrema semplicità le numerose ricette presenti nel libro.
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