Malattia e filosofia: "Io vivo in questa vita e voglio capire cosa ci sto a fare: essere ammalata mi dà un punto di vista che non avrei mai immaginato da sana, e no, non lo vivo come un limite o come un bias, non più di quanto lo sia guardare le cose da un corpo in salute. Perché anche star male è una naturale condizione esistenziale dell'uomo, e un corpo che sperimenta certe cose costruirà certi pensieri, non credere che non sia così anche per te, e per quei filosofi che tanto ami". Questo ci dice Spadoni, e da qui fa iniziare il viaggio alla ricerca di domande che ci guariscano. Questo viaggio è dunque non una "filosofia autobiografica", ma al contrario una "autobiografia filosofica": la differenza non è un gioco di parole, è l'accento sul vissuto individuale, sulla singolarità e sulla unicità del singolo, sul ripudio di soluzioni universali a cui adeguare e piegare e costringere il proprio percorso di vita. (...) La distanza dalla filosofia speculativa è tutta qui: mentre i "maestri" (tutti maschi, incidentalmente) si dedicano con severità a costruire sistemi in cui incasellare la vita, Spadoni..."