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DEMMECHESH è il nome di una piccola donna eritrea che negli anni trenta del secolo scorso da un remoto borgo giunge ad Asmara a piedi. Una scintillante città in pieno sviluppo, ricca di merci, sogni, progetti per l’Impero coloniale del Duce. Incontrerà un uomo italiano che cambierà per sempre la sua vita: Salvatore Mazzola, eclettico e creativo professionista, di quell’avventura africana incarnerà ogni contraddizione. Dopo sette figli e traslochi rocamboleschi da una parte all’altra della città, nel 1949 Demmechesc viene abbandonata a sé stessa: Salvatore Mazzola rimpatrierà in Italia con…mehr

Produktbeschreibung
DEMMECHESH è il nome di una piccola donna eritrea che negli anni trenta del secolo scorso da un remoto borgo giunge ad Asmara a piedi. Una scintillante città in pieno sviluppo, ricca di merci, sogni, progetti per l’Impero coloniale del Duce.
Incontrerà un uomo italiano che cambierà per sempre la sua vita: Salvatore Mazzola, eclettico e creativo professionista, di quell’avventura africana incarnerà ogni contraddizione. Dopo sette figli e traslochi rocamboleschi da una parte all’altra della città, nel 1949 Demmechesc viene abbandonata a sé stessa: Salvatore Mazzola rimpatrierà in Italia con moltissimi altri, lasciando in Africa la sua famiglia, tra il boom economico e la guerra civile. Enzo in quel momento ha dieci anni. Questo libro ripercorre la sua infanzia, dalle avventure spensierate all’abbandono, dall’incontro con Adriana all’approdo a Roma.
Vita quotidiana in una famiglia, mista irregolare, in Mamma Demmechesc troviamo le vicende di razzismo, di segregazione e le grandi incertezze che hanno segnato l’infanzia dell’autore nella colonia italiana in Eritrea.
Con dolcezza, e con occhi di bambino, Enzo, il vivace ottuagenario autore di questa autobiografia ci narra la propria vita e la storia di sua madre convivente per ben dieci anni di un colono italiano.
Il valore di questa testimonianza risiede nella possibilità di fare un viaggio storico nel tempo delle colonie italiane e del fascismo come in un film riviviamo quell’epoca dall’interno di una famiglia particolare, tentiamo di capire le ragioni che
muovono l’uomo, l’ingegnere Salvatore, il creativo, il padre di famiglia, il fascista che, nonostante tutto, ha un debole per la giovane Demmechesc.
Nella narrazione si ritrovano tutti gli aspetti dello sfruttamento coloniale, il ghetto meticcio di Asmara, il lavoro nero, anche minorile, visti dal protagonista che racconta con quel principio di realtà che ha imparato fin da bambino.
La crisi dimenticata, il dramma, la violenza, la crudeltà dell’epoca sono stemperati dall’ottimismo del bambino, poi ragazzo, poi uomo, protagonista di quel riscatto sociale che riuscirà a raggiungere assieme alla madre e a tutti e sette i fratelli.
Nella postfazione la curatrice ripercorre i contorni storici della vicenda coloniale, indaga il contesto delle leggi razziali, delle violenze sulle donne, delle pratiche schiaviste, fino a toccare la rimozione del fenomeno e l’impunità che allora ebbero i protagonisti.
Questo libro fa comprendere i valori umani, i valori delle comunità, ci ricorda quanto dietro la narrazione di ogni guerra, persecuzione, colonizzazione, ci sia la storia vera di bambini, donne e uomini.
Oggi le mamme Demmechesc sono in Afghanistan, in Siria e in tutti i luoghi dell’Africa dove c’è ancora una guerra.