Spartacus Quirinus è lo pseudonimo del poeta dialettale romano, Claudio Francesconi. Fu scelto nel 1975, quando iniziò a scrivere sonetti nel dialetto di grandi poeti, dal massimo Giovanni Gioachino Belli, a Trilussa, a Cesare Pascarella che furono i primi poeti che gli piacquero. Ma la scelta di questo pseudonimo venne facilitata dall'aver conosciuto un altro poeta, autodidatta che, però scriveva versi per canzoni essenzialmente politiche: Raffaele Offidani che scriveva come Spartacus Picenus, essendo nato nelle Marche. La scelta del nome di un "ribelle" il trace Spartaco ma anche del movimento che esistette in Germania alla fine della prima guerra mondiale, ovvero lo "Spartachismo" di Rosa Luxemburg. I primi sonetti di Francesconi erano di aspra critica all'allora primo partito della sinistra italiano, e lui ne era iscritto, dunque non voleva finire "purgato"... l'unica parte non strettamente copiata fu la definizione Quirinus, dai Quiriti, insomma la differenza la fece l'essere nato a Roma. Ormai dopo un quarantennio tante cose sono cambiate, non il pensiero di Spartacus Quirinus. Però questo libro è "insolito" rispetto la vasta produzione, soprattutto di sonetti satirici che rimangono i preferiti dell'autore.