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Mastro-don Gesualdo (1889) è il secondo grande romanzo di Verga che, dopo I Malavoglia, doveva far parte del cosiddetto Ciclo dei vinti, una serie incompiuta di cinque testi impiantati sulla concezione del mondo verista. Il manovale Gesualdo conquistato il titolo di “don” dopo duro lavoro e sacrifici sposa una nobile, Bianca Trao, per sancire la sua definitiva ascesa sociale. Bianca però accetta il matrimonio solo perché la sua famiglia è in rovina. Le vicende trovano nel finale un’amara sconfitta dell’uomo Gesualdo, un vinto e un alienato sociale. Verga si attiene sempre alla poetica…mehr

Produktbeschreibung
Mastro-don Gesualdo (1889) è il secondo grande romanzo di Verga che, dopo I Malavoglia, doveva far parte del cosiddetto Ciclo dei vinti, una serie incompiuta di cinque testi impiantati sulla concezione del mondo verista. Il manovale Gesualdo conquistato il titolo di “don” dopo duro lavoro e sacrifici sposa una nobile, Bianca Trao, per sancire la sua definitiva ascesa sociale. Bianca però accetta il matrimonio solo perché la sua famiglia è in rovina. Le vicende trovano nel finale un’amara sconfitta dell’uomo Gesualdo, un vinto e un alienato sociale. Verga si attiene sempre alla poetica dell’impersonalità, che impone al narratore di non intervenire con considerazioni personali ma lasciare che i fatti si susseguano come quadri di scena e riesce a pensare un romanzo completo in tutti i suoi aspetti e complesso nelle tematiche trattate.

Giovanni Carmelo Verga nasce a Catania il 2 settembre 1840. È comunemente riconosciuto come il principale esponente del verismo italiano. Autore di diverse raccolte di novelle deve la sua fama soprattutto ai romanzi (I Malavoglia, Storia di una capinera). Numerose sono le trasposizioni teatrali e cinematografiche delle sue opere. Muore a Catania il 27 gennaio 1922.
Autorenporträt
Giovanni Verga (Catania 1840 - 1922), scrittore e drammaturgo, è considerato il maggior esponente della corrente letteraria del Verismo. Trasferitosi a Firenze nel 1865 compose i suoi primi romanzi. Successivamente a Milano frequentò l'ambiente degli Scapigliati, rappresentando in modo fortemente critico il mondo aristocratico-borghese. In seguito alla scoperta del naturalismo francese matura la sua svolta decisiva verso il verismo che sarà segnato dai racconti e dai romanzi di ambiente siciliano. Lo scrittore crede nel progresso ma si interessa ai vinti e ai deboli; la sua è una visione della vita tragicamente pessimistica che si pone in antitesi con l'ottimismo imperante nei suoi tempi. Rappresenta un mondo di primitivi in lotta con il destino avverso cui inesorabilmente soccombono quando si staccano dalla religione, dalla famiglia e dal lavoro.