Mastro-don Gesualdo è uno dei capolavori di Giovanni Verga e appartiene al ciclo, incompiuto, detto dei Vinti. Il romanzo è infatti incentrato sulla figura di Gesualdo Motta, un uomo che nel corso della sua vita sacrifica ogni affetto a ragioni strettamente economiche ritrovandosi alla fine schiacciato e sconfitto dall'aridità di cui si è circondato. Il tema del romanzo risulta evidente sin dal titolo: il personaggio principale, Gesualdo Motta è soprannominato dai suoi compaesani "mastro-don". Si tratta di un nomignolo dispregiativo che sottolinea la natura di parvenu di Gesualdo, una via di mezzo fra "Mastro" (appellativo riservato a chi dirige un gruppo di muratori) e "Don" (epiteto riservato ai signori e proprietari terrieri). Il protagonista, infatti, da muratore diventa imprenditore, proprietario terriero, marito di una nobildonna; da qui il suo conseguente isolamento, poiché viene detestato da tutti coloro che non hanno ottenuto lo stesso successo in termini di ascesa sociale e disprezzato dal ceto notabile che lo considera un bifolco arricchito. Il romanzo è costituito da ventuno capitoli suddivisi a loro volta in quattro parti corrispondenti alle quattro più importanti fasi della vita del protagonista: il matrimonio con Bianca Trao, il successo economico, l'inizio del declino di Gesualdo, la sua morte. Si tratta quindi di un romanzo che ricorre ad una tecnica per scorci: i fatti più importanti vengono isolati grazie ad ampi salti temporali.