Lo studio delle scritture nei testi e documenti antichi offre un aiuto indispensabile per la datazione e la comprensione di quelle fonti; lo scopo è decifrare e leggere i documenti antichi e stabilirne, attraverso le caratteristiche esteriori, la data e la località o il centro scrittorio d’origine. Questo studio quando è rivolto alle iscrizioni lapidarie prende il nome di epigrafia, mentre quando riguarda la scrittura su papiro, pergamena o carta prende il nome di paleografia. In senso lato essa comprende anche lo studio della storia dei manoscritti stessi, ovvero la codicologia. In generale, oggetto della paleografia sono tutti i monumenti scritti con qualunque tipo di scrittura, in qualsiasi lingua e su qualunque materiale scrittorio, dal papiro alle pelli, agli ostraka, al legno, alla carta, ai metalli e alla pietra stessa. In senso più stretto invece sono escluse dal campo della paleografia le scritture scolpite o incise su pietra e metalli, che sono oggetto a loro volta di altre disciplina, quali l’epigrafia (iscrizioni su pietra e metalli), la numismatica (scritte su monete), la sfragistica (sigilli); in questi casi infatti le tecniche stesse d’incisione influiscono sullo stile della scrittura, determinandone un differente sviluppo. Ancora più ristretta inoltre è l’accezione corrente del termine paleografia, riservato allo studio dei manoscritti delle biblioteche e dei documenti d’archivio. Nonostante la paleografia si interessi di tutti i manoscritti a prescindere dalla lingua e dal luogo d’origine, gli studiosi si sono finora concentrati soprattutto sulle scritture antiche del mondo mediterraneo (Greci, Roma, Vicino Oriente) e proprio dallo studio delle scritture greche e romane hanno tratto i fondamenti della paleografia generale...