Max Gallo è un cacciatore di incubi. Un giorno alla sua porta bussano i fratelli Clarke, Alex e Anna, di sette e dieci anni. Vogliono il suo aiuto perché da qualche notte fa capolino nelle loro stanze una figura inquietante, circondata da un alone lattiginoso, la testa enorme e le mani lunghe come artigli. Pensano si tratti del Babau, l'Uomo Nero di cui il padre ha raccontato loro un paio di volte, e che c'entri qualcosa con la scomparsa di un loro compagno di scuola, Marty Foley.
Nella stanza del ragazzino, di cui nessuno sa più nulla, vengono ritrovati dei graffi lungo lo stipite della porta dell'armadio; segni tangibili della scia di terrore passata di lì. È stato davvero l'Uomo Nero?
Per risolvere il mistero Max chiederà consiglio al dottor Andy Molnar del Millner Psichiatric Hospital, l'unico adulto in tutta Fortuneville, cittadina in cui si sono svolti questi fatti, a credere che certi incubi a volte possono essere talmente reali da turbare per sempre la vita delle persone. Max Gallo e il dottore osserveranno una notte il paziente B. venire aggredito dal mostro, ma il trambusto causato dall'apparizione verrà denunciato all'irremovibile detective Teo Johnson; questi, insospettito scoprirà che il cacciatore di incubi non è altri che un adolescente, orfano, che vive in una casa in rovina alla periferia della città. In attesa di capire qual è il suo ruolo nei misteriosi fenomeni che si stanno verificando a Fortuneville, farà in modo di rinchiuderlo nell'orfanotrofio di Mulholland Road, il St. Daniel Hospice. E dove il Babau avrebbe potuto trovare nutrimento migliore, se non in un posto in cui i bambini dormono soli, privati anche dell’amore dei propri genitori?
Questa è una storia di paura, di una leggenda che dal medioevo è riuscita ad arrivare ai giorni nostri. Il Babau, infatti, è uno dei pochi demoni dei sogni che gli uomini hanno contribuito a rendere reale: più si rifiutano di credere e più gli danno la forza necessaria per superare la Soglia.
Non sarebbe stato facile, Max lo sapeva e comprendeva lo stato d’animo dei due ragazzini. Era consapevole che ci sarebbe voluto solo un grande atto di fiducia nei suoi confronti.
Be’, lo stesso che ci voleva per decidere di credere che certi incubi sono concreti e che la paura ha la vera capacità di rendersi reale, nell’autentico senso della parola.
Alla fine Alex e Anna avevano deciso di accordargli quel grande atto di fiducia.
Nella stanza del ragazzino, di cui nessuno sa più nulla, vengono ritrovati dei graffi lungo lo stipite della porta dell'armadio; segni tangibili della scia di terrore passata di lì. È stato davvero l'Uomo Nero?
Per risolvere il mistero Max chiederà consiglio al dottor Andy Molnar del Millner Psichiatric Hospital, l'unico adulto in tutta Fortuneville, cittadina in cui si sono svolti questi fatti, a credere che certi incubi a volte possono essere talmente reali da turbare per sempre la vita delle persone. Max Gallo e il dottore osserveranno una notte il paziente B. venire aggredito dal mostro, ma il trambusto causato dall'apparizione verrà denunciato all'irremovibile detective Teo Johnson; questi, insospettito scoprirà che il cacciatore di incubi non è altri che un adolescente, orfano, che vive in una casa in rovina alla periferia della città. In attesa di capire qual è il suo ruolo nei misteriosi fenomeni che si stanno verificando a Fortuneville, farà in modo di rinchiuderlo nell'orfanotrofio di Mulholland Road, il St. Daniel Hospice. E dove il Babau avrebbe potuto trovare nutrimento migliore, se non in un posto in cui i bambini dormono soli, privati anche dell’amore dei propri genitori?
Questa è una storia di paura, di una leggenda che dal medioevo è riuscita ad arrivare ai giorni nostri. Il Babau, infatti, è uno dei pochi demoni dei sogni che gli uomini hanno contribuito a rendere reale: più si rifiutano di credere e più gli danno la forza necessaria per superare la Soglia.
Non sarebbe stato facile, Max lo sapeva e comprendeva lo stato d’animo dei due ragazzini. Era consapevole che ci sarebbe voluto solo un grande atto di fiducia nei suoi confronti.
Be’, lo stesso che ci voleva per decidere di credere che certi incubi sono concreti e che la paura ha la vera capacità di rendersi reale, nell’autentico senso della parola.
Alla fine Alex e Anna avevano deciso di accordargli quel grande atto di fiducia.