L’uomo che ha varcato la porta d’ingresso è giovane, alto, prestante, un fisico da sportivo o da militare come ce ne sono tanti in questa zona popolata di reclute e caserme.Chiede del bagno, si assenta per un po’, ordina un caffè, poi domanda ai presenti se hanno visto sua moglie, una donna giovane, di ventotto anni, bruna, che probabilmente doveva andare in bagno quasi mezz’ora prima. Nessuno ne sa nulla. La barista però è arrivata da poco, prima c’era sua madre, Giovanna Flamini, alla quale si può domandare per maggiore sicurezza.Il giovane è sempre più agitato, alterna parole in dialetto campano ad un italiano stentato, farfuglia, va e viene dal bagno. Quando accorre la signora Giovanna e conferma di non aver visto donne che corrispondano alla descrizione, il papà, tra lo stupore generale, inizia a piagnucolare dicendo: «me l'hanno ammazzata, me l'hanno rapita!».«Sarà mica un matto, un balordo...» pensa Giovanna.Non sa bene come reagire, cerca di calmarlo. «Ma che stupidaggini, se non la trova da solo mezz'ora, com'è possibile che l'abbiano rapita o ammazzata? Sarà qui attorno». Si offre di aiutarlo.Seguiti da qualche avventore escono dal locale e vanno in strada. Un’occhiata ai sentieri, non si sa mai che la donna si sia sentita poco bene, poi si spingono fino alla provinciale. Nulla.Gli altri clienti si sparpagliano nei paraggi, ma il risultato è sempre lo stesso. Della misteriosa donna, non c’è nessuna traccia...