L'opera di Sergej Prokof'ev, ucraino di nascita poi émigré in occidente infine "Artista del Popolo" negli anni più bui dell'era staliniana, ha una sua peculiarità nel panorama musicale europeo della prima metà del Novecento, per quanto fondamentalmente estranea al ruolo rivestito negli stessi anni dalle avanguardie storiche. Nondimeno il suo apporto al partito "progressista" della musica d'arte è indubbiamente significativo, con un corposo catalogo all'interno del quale il genere del balletto assume una particolare rilevanza avendo caratterizzato l'intera sua vicenda professionale, dal modernismo dei Ballets Russes di Djagilev negli anni Venti alla rivisitazione in ottica sovietica del modello čaikovskijano. Questo volume esplora le tappe del percorso coreografico del compositore, che fa di lui forse il più importante autore di musica per balletto del Novecento dopo Stravinskij, mettendolo in rapporto al resto della sua produzione (opere, sinfonie, colonne sonore, lavori cameristici) sullo sfondo di un'esistenza intensa e "partecipata" negli anni e nei luoghi che hanno cambiato per sempre la Storia del XX secolo.