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Feci la conoscenza personale del Carducci nell’estate del 1855. Lo avea veduto tre anni avanti a San Giovannino delle Scuole Pie alle lezioni di filosofia, dove andavo qualche volta benchè avessi terminati l’anno innanzi gli studi. Egli entrò ch’era già cominciata la lezione, entrò con passo ardito e franco e con la testa alta, e andò a mettersi al suo posto nei gradi più bassi dell’anfiteatro. Io aveva sentito parlare di lui con ammirazione dai suoi compagni di scuola, da alcuno dei quali ebbi copia di qualche sua poesia, che mi parve molto bella. Più tardi uno di quelli stessi compagni mi…mehr

Produktbeschreibung
Feci la conoscenza personale del Carducci nell’estate del 1855. Lo avea veduto tre anni avanti a San Giovannino delle Scuole Pie alle lezioni di filosofia, dove andavo qualche volta benchè avessi terminati l’anno innanzi gli studi. Egli entrò ch’era già cominciata la lezione, entrò con passo ardito e franco e con la testa alta, e andò a mettersi al suo posto nei gradi più bassi dell’anfiteatro. Io aveva sentito parlare di lui con ammirazione dai suoi compagni di scuola, da alcuno dei quali ebbi copia di qualche sua poesia, che mi parve molto bella. Più tardi uno di quelli stessi compagni mi diede a leggere manoscritta la canzone su Dante che il Carducci aveva composta nel 1854 per una Accademia delle Scuole Pie, della quale dovrò parlare più avanti. La canzone avea fatto un po’ di chiasso, specie fra i giovani, e ne corsero delle copie manoscritte, una delle quali appunto fu data a me.